ANNO 14 n° 118
Livingstone in Salotto
Che cosa è l'amor
>>>> di Massimiliano Capo <<<<
03/08/2015 - 00:00

di Massimiliano Capo

VITERBO -''Nessun amore, nemmeno quello che vive nella promessa del ‘per sempre’ è al riparo dal rischio della fine, perché ogni amore umano implica sempre l’esposizione assoluta all’Altro che non esclude mai la possibilità del suo ritiro e della sua scomparsa''.

Qualche tempo fa, il filosofo francese Alain Badiou raccontava di essere rimasto colpito, passeggiando per Parigi, dalla pubblicità di un sito di incontri on line, tra i più noti anche in Italia.

A colpirlo erano stati lo slogan che accompagnavano le immagini sui grandi manifesti.

''Trovate l’amore senza il caso!'', ''Si può amare senza innamorarsi!'', ''E’ possibile essere innamorati senza soffrire''.

Caso, pericolo, amore senza amore: tutti gli slogan raccontavano del tentativo di depotenziare la forza trasformatrice dell’amore.

Mai più che ci si incontri per caso. Mai più che ci si possa perdere negli occhi di chi abbiamo di fronte. Mai più soffrire.

Una versione securitaria, così la chiama Badiou, in cui all’amore si applica un principio di efficienza tipicamente economico.

E invece, continua Badiou, l’amore, come molte altre cose, andrebbe reinventato per farlo aderire alle pieghe della nostra contemporaneità. E andrebbe reinventato fuori ed oltre la metafora dell’efficienza e dell’assenza.

E, aggiungo io, andrebbe reinventato ogni giorno nella pratica della empatia.

Muovendo da un punto di inizio che preso di per sé non è nulla di più di un incontro, si impara a fare esperienza del mondo ‘a partire dalla differenza e non soltanto dall’identità’.

Che in sostanza sono i poli tra cui oscilliamo nel nostro essere nel mondo: la nostra identità e l’Altro che contribuisce a darle senso.

A vivere l’esperienza fondamentale, vitalissima e universale, della differenza si ridisegna il mondo a partire dall’essere due: una paradossale differenza identica che si costruisce nel soggetto d’amore.

Un soggetto che per compiersi ha a che fare con la durata e con il dispiegarsi nel tempo.

Che con il tempo ha la stessa relazione dell’essere, che si compie nel limitare della propria esistenza.

Dice Badiou che l’amore è ‘prima di tutto una costruzione durevole’. E continua dicendo che ‘l’amore è una avventura ostinata’.

Avventura e ostinazione.

E durata: che non sta per il ‘per sempre’ con cui abbiamo cominciato ma per la capacità dell’amore di ridisegnare il tempo, di rideterminarne i confini, di trasportarci in una dimensione radicalmente diversa che è quella dell’esperienza della vita, e cioè del tempo, a due.

Ma come si da vita a una durata?

È di nuovo la parola a venirci in soccorso. È la parola a porre inizio alla durata.

A farci passare dal caso, che è la cifra di ogni incontro, al tempo nuovo della relazione.

È il dire ''ti amo'' con tutto il carico emotivo che si porta con sé ad aprire la porta al nuovo, a creare il mondo con tutto il suo carico di verità.

Mallarmè diceva che la poesia è ''il caso vinto parola per parola''.

Che è, a pensarci bene, anche la più bella definizione dell’amore.

Buona settimana.





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